Bruno Munari in mostra al Plart. I colori della luce

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La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione con la Fondazione Plart, ospiterà dal 30 novembre al 20 marzo la mostra “BRUNO MUNARI. I colori della luce”.

Bruno Munari fu presente sulla scena artistica a partire dai primi anni ’20 come designer e pittore.

Eclettico e autore di una ricerca poliedrica che gli ha conferito la possibilità di sperimentare l’arte in tutte le sue forme, portandolo ad analizzare la relazione tra l’opera e la sua funzione.

Dopo aver sperimentato l’arte nella sua staticità, Munari, decide di improntare il suo pensiero estetico sulla pittura immateriale, dinamica e tutt’altro che statica.

La riproposizione di una pittura definita cromo-cinetica, teorizzata fin dagli anni ’20 da esponenti della scuola della Bauhaus, trova una raffinata reinterpretazione negli ambienti luminosi dell’artista dei primi anni ’50.

La mostra “BRUNO MUNARI, I colori della luce” a cura di Miroslava Hajek e Marcello Francolini, analizza proprio questo aspetto nella sua complessità, esponendo nelle varie sale del museo, due tipologie di lavori peculiari; da un lato le Proiezioni a luce fissa, dall’altro, Le Proiezioni a luce polarizzata, che tanto rivoluzionarono la visione di un’arte ferma, fissa, immobile.

Per le prime, si tratta di opere in miniatura, micro composizioni che vengono visualizzate attraverso un proiettore. La proiezione ottenuta dalle stesse, toglie e restituisce allo stesso tempo fisicità alle opere attraverso la luce, con proiezioni su larga scala, creando una dimensione monumentale, del tutto spettacolare. Munari spiega – “con un piccolo vetrino si può affrescare un’intera cupola” -.

Per le seconde, egli aggiunge una variante e, ruotando un filtro Polaroid davanti alla lampada della proiezione, crea una scomposizione del filtro di luce e dunque dell’immagine stessa.

Una spazialità inedita, tridimensionale e persuasiva, questa offerta da Munari, che dà forma ad una pittura dinamica e in continuo divenire.

Le proiezioni dirette e quelle polarizzate vengono presentate per la prima volta nel 1953 a Milano nello studio di architettura B24, che allora era uno spazio per le esposizioni del MAC-Movimento per l’arte concreta, e poi nel 1955 al MoMA di New York, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed infine a Tokyo, Stoccolma, Anversa, Zurigo, Amsterdam.

Al fine di approfondire la ricerca condotta dall’artista, inoltre, saranno esposte opere come Macchina Inutile (1934), Tavola Tattile (1938), Macchina Aritmica (1947), le quali abbandonano completamente quel concetto di bidimensionalità per immergersi in un’altra spazialità.

La mostra è realizzata e finanziata integralmente con fondi POC 2014-20 (PROGRAMMA OPERATIVO COMPLEMENTARE) Regione Campania.