Stop alla cessione di Hamsik, i retroscena della trattativa saltata

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Questa volta lo scherzo cinese non è riuscito. Eppure, il clamoroso stop al trasferimento di Marek Hamsik al Dalian, sa di beffa. Per il calciatore prima di tutto ma anche per il club. Cosa è accaduto: sabato scorso il presidente Aurelio De Laurentiis aveva dato il via libera all’operazione: cessione a titolo definitivo di Hamsik per un corrispettivo di 20 milioni di euro. Il calciatore, attraverso i suoi procuratori Venglos e Petras si era accordato con il club di Wang Janlin, il terzo uomo più ricco della Cina, per un triennale da 9 milioni a stagione. Tutto fatto, compresi i saluti a squadra, amici e tifosi da parte del calciatore. Il colpo di scena nel pomeriggio di ieri, quando all’esito di una telefonata il patron azzurro è andato su tutte le furie facendo saltare la trattativa. Il Dalian ha formulato una nuova inaspettata proposta: prestito oneroso (5milioni) più diritto di riscatto (15milioni). Una dilazione che esula dai patti e garantita da fidejussioni non ritenute adeguate. Quindi, trattativa saltata, De Laurentiis furioso e Hamsik ancora di più. Il calciatore si sentiva già virtualmente in Cina, rassicurato dalle parole dei suoi procuratori che forse si erano spinti troppo oltre in un contesto di trattativa non definita. Eppure c’è chi giura che i margini di trattativa siano ancora possibili. Il mercato in Cina è aperto fino a fine febbraio e se il Dalian vuole realmente Hamsik ha ancora la possibilità di ridefinire l’operazione. Il rischio è che Hamsik resti solo fisicamente a Napoli ma non abbia più la determinazione e la voglia necessaria per continuare a fare parte del club.